Il silenzio custodisce i segreti di
Dio*. Per capirci qualcosa, per intravedere una fiammella nelle tenebre, occorre
entrare in questo grande silenzio. Innanzitutto interiore. Il mondo ci scuote,
ci trascina prima nel suo vortice, poi ci inghiottisce nel suo nulla. La meta
del mondo è la disperazione perché agisce costantemente contro la natura
essenziale dell’uomo, che è la parte spirituale. Il nostro corpo si muove
infatti più o meno agevolmente in tutte le condizioni ma la nostra anima se
rimane lontana da quella luce diventa tenebra essa stessa. Nella relazione con Dio ci sono due momenti:
quelli dell’immobilismo e quelli del dinamismo. Entrambi essenziali, perché perfettamente
complementari. I primi riguardano la ricerca nell'intimità del dialogo che
rinnova la vita sulle esperienze di morte che ci infligge il mondo. I secondi
attengono alla compassione in cui Dio si rende particolarmente presente per aiutarci
ad uscire dal sepolcro che il dolore ci costringe ad abitare. Dobbiamo
cogliere Qualcuno che non si fa vedere in modo evidente, che parla nel
silenzio, che sembra non rispondere puntualmente alle nostre domande, che si
nasconde dove non crederemmo mai: in quelli che i furbi scartano.
Senza
attenzione come potremmo riuscirci?
*“non conoscono i segreti di Dio” (Sapienza 2, 22).
*“non conoscono i segreti di Dio” (Sapienza 2, 22).