Stai
sdraiato su una panchina. Ucciso prima da un vuoto interiore poi dal vino. Mentre
un papà compra l’ennesimo giocattolo al figlio, due uomini discutono per un
parcheggio conteso, molte persone sfilano per le vie del centro tu rimani
perfettamente invisibile, anche se
perfettamente reale. L’Impero prosegue con i suoi riti, Dio vive il suo dramma.
L’Impero può fare a meno di te, Dio no. Per Lui sei unico e irripetibile. “Cosa ti è successo fratello?” sarebbe sufficiente chiederti. Così, per darti un
riscontro che esisti davvero. E invece vieni scansato, disprezzato. Immancabile, poi, si avvicina la Corale Borghese per intonare le litanie del caso: “È inaccettabile!”,
“È uno schifo!” riferendosi alla panchina che si sporca non al tuo dolore. Ma si sa per
i benpensanti le cose vengono prima delle persone.
Oggi l’Impero ha emesso la sua sentenza: “Sia crocifisso!”. Domani sarà il Crocifisso insieme ai crocifissi dall'indifferenza a giudicare le logiche del mondo.
Oggi l’Impero ha emesso la sua sentenza: “Sia crocifisso!”. Domani sarà il Crocifisso insieme ai crocifissi dall'indifferenza a giudicare le logiche del mondo.