Ci sentiamo fragili, per compensazione
cerchiamo in Dio la forza. La fragilità, infatti, non ha diritto di
cittadinanza in questo mondo. Lo spazio vitale si conquista con i muscoli e
sempre a discapito di altri.
Ci sentiamo sconfitti, per
compensazione cerchiamo in Dio l’invincibilità. La sconfitta, infatti, non ha
diritto di cittadinanza in questo mondo. È una vergogna da coprire, o meglio da
rimuovere.
Ci sentiamo tristi, per compensazione cerchiamo la gioia in Dio. La tristezza, infatti, non ha diritto di cittadinanza in questo mondo. Per essere accettati bisogna far vedere che si è ininterrottamente contenti.
Ci sentiamo tristi, per compensazione cerchiamo la gioia in Dio. La tristezza, infatti, non ha diritto di cittadinanza in questo mondo. Per essere accettati bisogna far vedere che si è ininterrottamente contenti.
Ci sentiamo esposti al destino, per
compensazione cerchiamo in Dio l’onnipotenza. Il mistero, infatti, non ha diritto di
cittadinanza in questo mondo. Bisogna spiegare tutto nonostante la nostra
piccola mente.
Ma Dio non è venuto per compensare ma
per condividere. Dimorando nella vulnerabilità, nella sconfitta, nella
sofferenza troveremo Dio. Proprio quello del Vangelo e non quello creato dalla
nostra mente.