Devi ammettere che il nostro rapporto
è strano. Per ascoltarti abbiamo un silenzio che sembra infinito e soprattutto
senza risposte. Per parlarti abbiamo preghiere che personali o collettive
sembrano comunque perdersi nel vuoto*. Se non ci fossero i poveri non ti
potremmo neanche abbracciare. Se non ci fosse l’eucaristia moriremmo di inedia.
Il tuo è un amore da scoprire con coraggio. Un sentiero di montagna che noi percorriamo, inizialmente, con
tutta la pesantezza dei pregiudizi, degli schemi e delle abitudini della
ragione. Una salita, immersa nel bosco, in cui per molto non scorgiamo nulla di
nuovo. Solo quando decidiamo di mollare le nostre zavorre mentali si aprono, d’improvviso,
davanti a noi, orizzonti sconosciuti. La ragione non opprime più lo spirito e riusciamo
finalmente a percepire. Si diventa
capaci di una lettura tra le righe, di valutazioni alternative degli
avvenimenti della vita. Un ribaltamento continuo del già dato-detto-fatto. Non
ti troveremo mai nella continuità, ma sempre ostinatamente nella discontinuità. Molti si devono
rassegnare su questo. Sei il Dio che apre
strade nel deserto e che fa nuove
tutte le cose. Le tradizioni appartengono agli uomini, la novità, la
sorpresa, la meraviglia a Dio. Ti dobbiamo cercare dove non crederemmo mai di
trovarti, ti dobbiamo attendere dove sembra impossibile un tuo passaggio. Sosti
dove non è consentito e mangi con persone disdicevoli. Girano brutte voci su di
te: che ti identifichi con gli ultimi. Per questo molti si sforzano di rendere
la tua narrazione a misura d’uomo. Sei il nostro
capovolgimento** non il nostro prolungamento. Credendo di spiegarti, riescono solo a fraintenderti.
* “Sto in silenzio, non apro bocca, perché
sei tu che agisci”. (Salmo 39,10)
* *Il Dio che si rivela in Gesù capovolge le idee che l’uomo religioso si fa di Dio”
(D. Bonhoeffer, in Conflitti
cristologici con il magistero di Josè Ignacio Gonzàlez Faus, Concilium 3/2008,
p. 145)
* *Il Dio che si rivela in Gesù capovolge le idee che l’uomo religioso si fa di Dio”