Introduzione (a cura dell'autore del sito). Sappiamo poco di noi
stessi. Facciamo fatica a definirci e mutiamo di continuo. Non conosciamo e non costruiamo il nostro “destino”. Possiamo solo imparare ad accoglierlo modificando
il modo in cui ci relazioniamo ad esso. Avvertiamo esili sollecitazioni di
fronte alle svolte decisive della nostra vita che richiedono molto coraggio perché
spesso converrebbe disattenderle. Confondiamo il giudizio degli altri con la
verità su noi stessi. Ci sforziamo di essere come si appare. Si creano delle
attese che non vorremmo deludere. La strada della menzogna è ampia, affollata
e ricca di consenso ma conduce in luoghi bui o al massimo illuminati
artificialmente. Siamo pieni di contraddizioni. Diventa una grazia solo quando
comprendiamo che quelle cadute ci impediscono di esaltarci. Tendiamo ad
identificare la validità di una opzione con l’elogio dei professionisti del
settore o delle maggioranze di turno. Sosteniamo di avere uno sguardo lungo, ma
raramente oltre il 27 del mese. Crediamo di amare ma ci dedichiamo solo a
quelli che ci sono utili. Ci vendichiamo quando riceviamo dei torti, ci
giustifichiamo quando li procuriamo. Selezioniamo le amicizie in laboratorio, rimuoviamo
la sofferenza e il disagio illudendoci così di non esserne responsabili.
Viviamo senza farci domande e soprattutto senza verificare le risposte già
pronte.
Testo di AJ Heschel:
"Sappiamo ciò che l’uomo fa, ma
non sappiamo che cosa egli sia. Quando definiamo l’uomo, ad esempio, come un
animale che fabbrica utensili o come un animale pensante, ci riferiamo alle
funzioni, non all'essere dell’uomo. Non è forse vero che tutta la nostra
civiltà è costruita su una interpretazione errata dell’uomo? Forse la tragedia
dell’uomo attuale è dovuta al fatto che ha tralasciato di porsi la domanda: chi
è l’uomo? L’incapacità di trovare la propria identità, di sapere che cosa sia
l’autentica esistenza umana, lo spinge ad assumere una falsa identità, a
fingere di essere ciò che è incapace di essere o a non poter accettare ciò che
si trova all'autentica radice del suo essere. L’ignoranza riguardo all'uomo non
è mancanza di conoscenza, ma conoscenza erronea".
(Abraham Joshua Heschel, Chi è
l’uomo?, trad. L. Mortara - E. Mortara Di Veroli, SE, Milano 2005, p.18-19)