C’era il tavolo dove tua mamma
preparava il pane. Nel pomeriggio lo usavi per i compiti. Ma quegli esercizi non
riuscivano mai. “È il libro che sbaglia”
dicevi con sguardo da furbetto.
Fuori avevi un po’ di spazio per
giocare con i tuoi amici. Almeno prima dell’arrivo di quelli che giravano con
le armi. “Sono qui per difenderci, ma è
meglio che entri in casa” ti diceva tuo padre.
Poi sentivi sempre più spesso degli
aerei. Facevano un rumore strano che ti spaventava. Era diverso dal rombo di
quelli del vicino aeroporto.
Di quella casa hai solo ricordi
adesso. Una fuga pazzesca, un boato che ti è rimasto nelle orecchie e nell'anima.
Sei dovuto diventare grande in un istante.
La tua casa è diventata un camion
affollatissimo ed una barca dove contava solo rimanere vivi.
Non è andata così. Un’altra delusione
ti attendeva.
Ma non per sempre, perché un giorno Qualcuno ti
riscatterà.