La sconfitta, fin qui, irrimediabile degli oppressi
scandalizza gli uomini dall'animo retto(1). E non potrebbe essere altrimenti. Per
molti, poi, costituisce, la ragione principale del loro ateismo o agnosticismo.
Di fronte alla miseria e alla violenza viene naturale sperare nell'intervento
di un Dio provvidenziale (e forse anche un po’ magico). Reagiamo così nel
confronto con qualcosa che ci sorpassa totalmente facendoci sperimentare tutta
la nostra impotenza. Su queste aspettative però dovremmo riflettere se desideriamo
approfondire la nostra relazione con Dio. “Il
problema della teologia dopo Auschwitz non è solo: dov’era Dio ad Auschwitz? È anche:
dov'era l’uomo ad Auschwitz?” si chiede, in modo acuto, JB Metz(2). L’ingiustizia
è innanzitutto una responsabilità dell’uomo prima di essere (eventualmente) attribuibile
a Dio. Infatti mentre l’uomo è opera non esclusiva di Dio, le camere a gas sono
opera esclusiva delle mani dell’uomo. Così si può affermare che l’iniquo tradisce
la propria umanità prima di tradire Dio. La Sacra Scrittura ci rassicura: non
solo Dio non è indifferente alle sofferenze dell’oppresso ma il suo Regno è l’esatto
capovolgimento della struttura sociale che osserviamo e a cui contribuiamo.
Ecco perché santa Teresa di Lisieux scrive: “Prendiamoci per mano, sorellina diletta, e corriamo verso l’ultimo
posto…Nessuno verrà a contendercelo!...”(3). Noi siamo impegnati a scalare
posizioni mentre Dio fatica e soffre nelle retrovie. Noi pensiamo a costruire la
nostra casa, ad allargare i granai e Lui continua a raccontarci il suo sogno e
a condividere la disperazione degli abbandonati. Ci occupiamo solo dei nostri
interessi, ma vorremmo pure l’avvento della giustizia. Aspettiamo eternamente
un capo carismatico a cui delegare o un segno eclatante dal cielo per
convertirci: un sole che gira o una nuvola che si avvicina. Ma rimarremo
delusi, perché Dio, la giustizia delle relazioni, l’ha posta nelle nostre mani
e quindi dipende solo da noi.
1) “la mia
casa è in rovina, mentre ognuno di voi si dà premura per la propria casa” (Aggeo
1, 9)
2) Johann Baptist Metz, Sul concetto della nuova
teologia politica 1967-1997, trad. Francesca Caracciolo Pieri, Queriniana,
Brescia 1998, p. 168
3) Teresa di Gesù Bambino del Volto Santo, Lettera a Suor Genoveffa, 7/6/1897,
(LT 243), in Santa Teresa di Gesù Bambino e del Volto Santo, Opere complete. Scritti e ultime parole, Editrice Vaticana, Città del Vaticano 1997, p. 583