L’assetto
attuale per cui l’uomo sale schiacciando i suoi fratelli, non è l’assetto di
Dio. Infatti Lui è disceso, non amando le scalate, tanto meno quelle sociali. L’ultimo
giorno, quello eterno, quello del riscatto, è pensato per gli ultimi, per i crocifissi
con i chiodi dell’opportunismo e dell’indifferenza. Le sentenze emesse dai vari
tribunali della morale umana non sono le sentenze di Dio. Lui, al contrario, porge
la mano dopo ogni caduta, risolleva e non allestisce patiboli. Lui disconosce quelle
sentenze emesse in suo nome, trattandosi spesso di abuso e di
millantata approvazione. Dio ribalta la piramide gerarchica costruita dall'egoismo
dell’uomo e rovescia i tavoli su cui si decidono le politiche inique e le
repressioni collaterali. Dio conosce la storia dell’uomo secondo
il punto di vista degli sconfitti ed ha personalmente sperimentato l’opera di
manipolazione del Potere. Dio cammina e soffre con il suo popolo invitando alla conversione l’élite sia civile sia religiosa. Dio conosce le calunnie, gli scherni, i
maltrattamenti e la fine riservata a chi non collabora con le logiche
oppressive del Sistema. Dio ha commesso, secondo i suoi accusatori, il reato di
Parola, ossia si è pronunciato in favore di quelli che devono essere sfruttati o
comunque umiliati. Ha voluto cambiare il loro destino, mostrando la sua predilezione.
Ha sovvertito l’ordine basato sulla subalternità per instaurare una comunità di
servizio in cui ognuno, imitandolo, contribuisce in modo creativo. Con Dio, evento
per eccellenza, è iniziata l’era della beatitudine degli esclusi dalla società e
dal tempio che diventano gli unici eredi certi del Regno. E così Dio, discontinuatore di convenzioni classiste,
di vuote consuetudini ed interpretazioni ritualistiche è l’unica
Buona Notizia di questo mondo.
Teologia dei poveri.