«Il Signore è lo Spirito e dove c'è lo
Spirito del Signore c'è libertà» (2Corinzi 3, 17)
Corriamo, con Dio, mano nella mano su un prato pieno di margherite. Spontanee ed incantevoli. Rallegrare lo sguardo, la loro vocazione. Testimoniare la bellezza, la loro missione. Attraversiamo senza calpestare, senza formare sentieri prestabiliti. Co-esistiamo realizzandoci nel riconoscere reciproca dignità. Ci guardiamo senza diffidenza, ripudiamo lo schema legislatore/esecutore, ordine/obbedienza. Parliamo molto, proviamo a comprenderci. Poi prendiamo un foglio e tracciamo insieme il pellegrinaggio della vita. Tu, Signore, la parte della fiducia e della speranza, noi quella della paura e della delusione.
Corriamo, con Dio, mano nella mano su un prato pieno di margherite. Spontanee ed incantevoli. Rallegrare lo sguardo, la loro vocazione. Testimoniare la bellezza, la loro missione. Attraversiamo senza calpestare, senza formare sentieri prestabiliti. Co-esistiamo realizzandoci nel riconoscere reciproca dignità. Ci guardiamo senza diffidenza, ripudiamo lo schema legislatore/esecutore, ordine/obbedienza. Parliamo molto, proviamo a comprenderci. Poi prendiamo un foglio e tracciamo insieme il pellegrinaggio della vita. Tu, Signore, la parte della fiducia e della speranza, noi quella della paura e della delusione.
«Noi abbiamo questo tesoro in vasi di creta,
perché appaia che questa potenza straordinaria viene da Dio e non da noi »
(2Corinzi 4, 7)
Spesso
lasciamo la tua mano, ci accasciamo sfiniti in terra. Non sopportiamo la tua
corsa e la nostra vista si annebbia. La bellezza comincia a lasciarci
indifferenti, cediamo sotto il peso della fragilità. Rimaniamo immobili, ti
costringiamo a tornare indietro e a
cercarci. Arrivi appena in tempo. Ci rimettiamo in cammino, c’è da affrontare
insieme il nemico, il Potere dell’iniquità che tiene in pugno il mondo
attraverso i servi e le strutture. Non siamo preparati, non abbiamo difese
adeguate e soccombiamo. Veniamo catturati, condannati e uccisi. Stavolta sembra
davvero finita, perché anche tu, Signore, appeso sulla croce a fianco, muori.
Invece
eccoti di nuovo, ti vediamo arrivare con tutti gli oppressi del paese. Sì,
riconosciamo, tra gli altri, Gino il senzatetto, Michele il precario, Stefano
l’operaio rimasto schiacciato dal marmo e Patrizio suicidato dopo il
licenziamento. «Venite con noi?»
chiedi. Rimaniamo interdetti, «Dove,
Signore?» balbettiamo, dopo un po’. E Tu, con tenerezza: «A ricevere il bacio di nostro Padre».