Dovremmo
stare davanti a Dio così: immobili. Guardare da un punto fermo lo scorrere del
tempo e i mutamenti in cui siamo immersi. Cogliere la complessità osservando da
un’altra prospettiva. Riflettere e cercare il senso dell’esperienza: la Parola
di Dio che si fa carne (2), la sua luce che «splende nelle tenebre» (3) e che «illumina ogni uomo» (4).
Solo
il silenzio ci sottrae al divenire e alla sua angoscia. Interrompe il dominio
delle voci esteriori o falsamente interiori che costruiscono condizionamenti. Dove
il mondo desertifica, il silenzio crea spazi vitali. È il luogo
dell’autenticità, il luogo dell’esistenza reale. Nel silenzio troviamo il
passaggio di Dio nella nostra vita: nei fatti, nelle scelte, nei rinnegamenti e
scopriamo la libertà di corrispondere o di rifiutare. Dio ci ha scelto senza
motivo e senza pretese. Noi dovremmo fare altrettanto: accogliere senza motivo
e senza pretese. C’è un’offerta gratuita di amore da contemplare ed un mistero, in cui Dio ha deciso di rimanere, da rispettare e la legge che disciplina i
nostri rapporti è semplicissima e prevede una norma soltanto: la fiducia.
«Pacifica la mia anima, fanne il tuo cielo,
la tua dimora amata e il luogo del tuo riposo» (5)
Vieni
Signore, stai un po’ qui con noi. Non ti faremo domande sul futuro e non ti
interrogheremo sul funzionamento dell’onnipotenza. Potrai riposarti, senza
dover parlare o ascoltare richieste, non ti caricheremo delle nostre preoccupazioni e delle nostre
paure. Scegli la nostra anima come luogo dell’intimità per dimenticare le amarezze
che soffri a causa dell’ingratitudine e della superficialità dei tuoi figli. La
tua presenza calmerà «i venti e le acque»
(6) dei nostri conflitti, lasciando in essere solo quelle inquietudini che ci rendono attivi nella carità per la costruzione del tuo Regno.
(1) Elisabetta della Trinità, «O Mio Dio, Trinità che adoro», NI 15, Opere Complete, traduzione dal francese di Maria
Rosaria Del Genio, Paoline, Cinisello Balsamo (Milano) 1993, p. 777
(2)
Vangelo di Giovanni 1,14
(3)
Vangelo di Giovanni 1,5
(4)
Vangelo di Giovanni 1,9
(5)
Elisabetta della Trinità, cit.
(6)
Cfr. Vangelo di Marco 4, 35-41