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Il Signor Profitto conduce una vita squallida. È vero, molti lo cercano, ma esclusivamente per questioni di lavoro. Sono adulatori e potenziali imitatori, non certo amici. Per il resto si ritrova sempre solo, non avendo famiglia e relazioni sociali. Ha tutto (quello che si compra) ma non è niente, mera illusione, e così si percepisce. È sostanzialmente invisibile, esiste, in pratica, nella mente degli uomini modificati geneticamente dal Capitalismo. Eppure, in seguito alle numerose testimonianze sulle sue paranormali facoltà di convincimento, il signor Profitto, è stato proclamato ufficialmente patrono di sfruttatori e oppressori. Nonostante il successo, però, la sua aridità e la sensazione di vuoto non accennano a svanire. Infatti il Signor Profitto non può stringere mani, non può fare carezze. È costretto ad elaborare continuamente calcoli e statistiche, non può leggere né scrivere poesie o ascoltare una melodia. Se va al mare inizia a progettare stabilimenti balneari o la costruzione di porti senza accorgersi della bellezza di un tramonto. Se va in montagna inizia a progettare dighe o impianti senza accorgersi dell'armonia di un bosco. (Forse il Signor profitto è infelice perché conosce solo l’utile e non la bellezza e l'armonia). Se osserva una strada, un ponte, una ferrovia vede utenti che pagano il pedaggio o il biglietto, non vite che si spostano: lavoratori che tornano a casa, famiglie che viaggiano, fidanzati che si raggiungono. (Forse il Signor Profitto è infelice perché conosce solo l’utile e non la custodia delle persone). Poi se assiste ad una tragedia valuta le perdite economiche ed individua subito i soggetti su cui scaricarle, senza immedesimarsi nel dolore delle vittime e dei loro cari. (Forse il Signor Profitto è infelice perché non conosce l’amore e non aspetta mai nessuno). Il Signor Profitto, aiutato dai suoi servi, vorrebbe trascinarci tutti nel suo baratro di indifferenza rendendoci simili a lui. Ma chi crede nel Vangelo dovrebbe sapere come resistere: con la gratuità e la compassione.