Stai
sul fondo oltre le idee, gli
insegnamenti, le definizioni.
Da lì pronunci il mio nome e rimani in attesa.
Lascio il bagaglio dei condizionamenti. Abbandono postazioni e conquiste.
Da lì pronunci il mio nome e rimani in attesa.
Lascio il bagaglio dei condizionamenti. Abbandono postazioni e conquiste.
Cerco
di raggiungerti portando con me solo una cosa: la libertà.
Scendo.
Mi sembra di morire, ma è solo una forma di allucinazione.
A
morire effettivamente sono le maschere che ho indossato e le false immagini di
te che ho costruito.
Mi
presento mancante, recidivo e senza rivendicazioni.
Eccoti! Stai dietro un muro, guardi
dalla finestra, spii attraverso le inferriate (1).
Mi
aspettavo acqua capace di dissetare secondo il bisogno e non come premio. E c’è di più.
Mi
aspettavo fuoco capace di riscaldare il freddo interiore. E c’è di più.
Mi aspettavo
luce capace di dissipare le tenebre esistenziali. E c’è di più.
Mi
aspettavo aria capace di restituire la vita. E c’è di più.
Mi
accolgono, infatti, Verità sperata e Amore infinito.
(1)
Cfr. Cantico dei Cantici 2, 9