Radicalità e relazione con Dio.
«…risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché
vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli»
(1).
Conosceva esattamente i pericoli che correva. Ma non li ha cercati: derivavano dall'adempimento
puntuale e onesto dei suoi doveri. Ha rinunciato alla scorta. «Non voglio che altri padri di famiglia
debbano pagare per causa mia» (2), rispondeva alla sua professoressa del
liceo che si preoccupava delle misure di protezione. Ha rinunciato al
matrimonio anche se si era innamorato e sognava l’amore della sua vita. «Non voglio lasciare una vedova e degli
orfani», spiegava al parroco che lo sollecitava a pensare ad una famiglia
(3). Era un credente autentico, un testimone credibile di una relazione personale
con un Dio invisibile ma presente, inafferrabile ma intuibile. La sua fede
illumina perché confidenziale e non formale. Ogni giorno, prima di entrare in
tribunale, cercava forza e pace davanti al tabernacolo. E, come tutti i
pellegrini, ha vissuto il tipico dinamismo spirituale che caratterizza il
rapporto tra uomo e Dio. Nulla di statico, nessuna risposta data una volta per
tutte, ma un’esperienza che procede e si rinnova continuamente, su iniziativa
della sua Grazia. Ha vissuto momenti di buio, in cui ha sperimentato l’abisso
dell’uomo, in termini di tristezza e l’abisso della misericordia di Dio, in termini di fedeltà e
condivisione del suo dolore. «È stato un anno negativo. Qualcosa si è
spezzato. Dio avrà pietà di me e la via mostrerà?», (4) annotava, così,nell'agenda, il suo disagio.
L'esecuzione.
«E gli percuotevano il capo con una canna,
gli sputavano addosso e, piegando le ginocchia, si prostravano a lui. Dopo
averlo schernito, lo spogliarono della porpora e gli rimisero le sue vesti, poi
lo condussero fuori per crocifiggerlo» (5).
Quel
giorno, come sempre, con la sua utilitaria, si recavi a prestare servizio per
lo Stato e la collettività, ma né lo Stato né la collettività si sono
preoccupati. Solo, isolato nella responsabilità di contrasto, come tutti quelli
che le mafie hanno potuto colpire. Dovremmo tutti rifare quei metri che, dopo i primi proiettili, ha percorso, in un disperato tentativo di
sopravvivenza. Quei metri, infatti, rappresentano la distanza tra ciò che è
umano e ciò che non lo è, tra ciò che è oblazione e ciò che è morte. «Cosa vi ho fatto, picciotti?» hai
chiesto da terra, sporco di polvere e sangue. Un insulto e due pallottole: la
risposta.
Santità.
«…metteranno a morte alcuni di voi; sarete
odiati da tutti per causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo
perirà. Con la vostra perseveranza salverete le vostre anime» (6).
Oggi
sei servo di Dio**, la causa di beatificazione è in corso ed alla tua
intercessione sono attribuiti dei miracoli. Ma noi già ti consideriamo santo perché
hai unito giustizia e carità. Grazie Rosario. Prega per noi.
*Nota: La sigla S.T.D. (Sub Tutela Dei – Sotto la protezione o lo sguardo di Dio)
veniva usata da Rosario Livatino all'inizio dei suoi scritti.
**Nota: il 9 maggio 2021 Rosario Livatino è stato proclamato Beato.
Foto: Fanpage
(1) Vangelo di Matteo 5,16
(2) Citazione in Roberto Mistretta, Rosario Livatino. L'uomo, il giudice, il credente,
Paoline, Milano 2015, p. 56
(3) Citazione
in Roberto Mistretta, Rosario Livatino. L'uomo, il giudice, il credente,
Paoline, Milano 2015, p. 107
(4) Citazione
in Roberto Mistretta, Rosario Livatino. L'uomo, il giudice, il credente,
Paoline, Milano 2015, p. 92
(5)
Vangelo di Marco 15, 19-20
(6)
Vangelo di Luca 21,16-19
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