Scuola di Sistema
Alle 7 suona la sveglia. Peppino deve sbrigarsi: colazione con un solo occhio aperto, poi lavaggio rapido dell’altro. Niente zaino, c'è il trolley per il carico di cemento formato libro. Trattandosi, in base alle normative vigenti, di trasporto eccezionale, prima di avviarsi, deve attendere l’arrivo dell’apposita scorta tecnica. Concluse le verifiche del caso, può, finalmente, dirigersi verso quell'edificio in cui il genio artistico viene bombardato con tabelline, frazioni ed equazioni; mentre il genio matematico con analisi logiche e letture di testi penosi anche per chi li ha scritti. Trascorse svariate ore di monotonia esistenziale, Peppino, torna a casa, che è quell'edificio adibito alla gestione della fase di agonia per l’adempimento (s)forzato dei c.d. compiti. Raggiunto, verso sera, l’obiettivo formativo di far odiare formazione, approfondimento e ricerca di senso, Peppino è pronto per alienarsi davanti al vuoto selezionato tramite telecomando. Solo sul tardi, concluso il processo di stordimento, può essere convinto a ritirarsi.Occorre, con urgenza, promuovere dei comitati di liberazione, per restituire i giovani alla creatività e ai carismi personali. Eppure sarebbe sufficiente che docenti e genitori rinunciassero alla mentalità da schiavi imposta dalla cultura dominante.
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