Abbandoniamo le riunioni di programmazione, riponiamo negli appositi scaffali i libri privi di esperienza, rinunciamo all'efficacia operativa delle strutture.
Ci rifiutiamo di compilare i report delle iniziative.
Usciamo, per metterci in ascolto dello Spirito che parla al cuore e nella storia.
Scegliamo la polvere della strada che conosce i passi dell’uomo, rispetto a quella delle burocrazie e degli uffici che rende l’aria viziata.
Scegliamo la scuola dei poveri che smaschera gli idoli e guida alla salvezza, rispetto a quella dei funzionari che definendo, catalogando, elencando, confonde le convinzioni degli intellettuali con la meravigliosa drammaticità del mistero di Dio.
Lasciamo a casa i ruoli di catechista/animatore (e simili) ed indossiamo solo la nostra umanità fragile, infedele, ma amata da Dio.
Non cerchiamo categorie (giovani, coppie, etc) o utenti, ma fratelli con i quali camminare.
Capiterà probabilmente di perdersi, ma non temiamo. Resteremo in attesa di Colui che ha promesso di venirci a prendere caricandoci sulle sue spalle (1).
Ci disponiamo in mezzo al popolo e ci facciamo condurre dalla preghiera e dalla compassione.
Insieme a quelli della via.
Incontreremo il deserto, la sete e la fine. Falliremo, saremo derisi e dimenticati.
Ne sarà comunque valsa la pena, perché preferiamo l'utopia del giardino di Dio alla discarica ambientale e relazionale costruita dalle logiche di morte del mondo.
(1) Cfr. Vangelo di Luca 15,4-7
Ci rifiutiamo di compilare i report delle iniziative.
Usciamo, per metterci in ascolto dello Spirito che parla al cuore e nella storia.
Scegliamo la polvere della strada che conosce i passi dell’uomo, rispetto a quella delle burocrazie e degli uffici che rende l’aria viziata.
Scegliamo la scuola dei poveri che smaschera gli idoli e guida alla salvezza, rispetto a quella dei funzionari che definendo, catalogando, elencando, confonde le convinzioni degli intellettuali con la meravigliosa drammaticità del mistero di Dio.
Lasciamo a casa i ruoli di catechista/animatore (e simili) ed indossiamo solo la nostra umanità fragile, infedele, ma amata da Dio.
Non cerchiamo categorie (giovani, coppie, etc) o utenti, ma fratelli con i quali camminare.
Capiterà probabilmente di perdersi, ma non temiamo. Resteremo in attesa di Colui che ha promesso di venirci a prendere caricandoci sulle sue spalle (1).
Insieme a quelli della via.
Incontreremo il deserto, la sete e la fine. Falliremo, saremo derisi e dimenticati.
Ne sarà comunque valsa la pena, perché preferiamo l'utopia del giardino di Dio alla discarica ambientale e relazionale costruita dalle logiche di morte del mondo.
(1) Cfr. Vangelo di Luca 15,4-7
Amen!
RispondiEliminaLo rebloggo ;)