Significato di Elisabetta.
È il 19 aprile 1891, Elisabetta Catez ha 10 dieci anni. È il giorno della sua prima comunione, un giorno benedetto, il più bello della sua vita (1). Lo ricorda così, nei versi che scriverà, sette anni più tardi, nel 1898:«Dolci uccelli, cantori della natura,
monti e colline, erbe e fiori,
stelle che brillate nel cielo azzurro,
sole dal brillante disco di fuoco,
bel mare dall'onda spumeggiante,
terra fertile e risplendente,
voi tutte, infine, opere di Dio,
unite dunque la vostra voce alla mia!
Intoniamo una mirabile antifona,
uno di quei cantici armoniosi,
uno di quegli inni deliziosi,
inno in cui traboccherà la gioia,
inno riconoscente e gioioso,
inno che canterà il mio amore
nell'anniversario di quel giorno
in cui Gesù pose in me la sua dimora,
in cui Dio prese possesso del mio cuore
tanto e così bene che da quell'ora,
da quel colloquio misterioso,
da quell'incontro divino, delizioso,
io non ho aspirato che a dare la vita,
a rendere un po’ del suo grande amore
al diletto dell’Eucaristia
che riposava nel mio debole cuore,
inondandolo di tanti favori.
Ti ricordi, Gesù, pieno di fascino,
di quelle pure e gioiose lacrime
che scorrevano con tanta dolcezza
ai tuoi piedi divini, sul tuo cuore?
Giorno benedetto, il più bello della mia vita,
giorno in cui Gesù riposava in me,
giorno in cui sentivo la sua voce
in fondo alla mia anima estasiata.
Giorno beato, primo incontro
della mia anima con il Dio d’amore,
pregusto del celeste soggiorno,
con felicità, oh, io ti saluto!» (2).
La sera di quel 19 aprile 1891, Elisabetta si reca con sua mamma, al vicino Carmelo, per incontrare la priora, madre Maria di Gesù. In quell'occasione la priora stessa le rivela il significato del suo nome, consegnandole anche un appunto, scritto sul retro di una immaginetta:
«Il tuo nome benedetto nasconde un mistero
Che si compie in questo grande giorno;
Bambina, il tuo cuore è sulla terra Casa di Dio (Elisabetta), del Dio d’amore» (3).
Questa “rivelazione” si dimostrerà fondamentale nel processo di comprensione della vocazione di Elisabetta alla vita contemplativa. Essere la “casa di Dio” diventerà il suo ideale esistenziale e per questo l'impegno maggiore sarà rivolto ad alimentare la consapevolezza della presenza attiva di Dio nella sua anima.
In una lettera del 27 aprile 1903, la Santa, ormai monaca carmelitana con il nome di Suor Elisabetta della Trinità, scriverà:
«Facciamogli un posto nel più profondo della nostra anima e restiamo là con lui, non lo lasciamo mai, secondo il suo comandamento: “Dimorate in me e io in voi”. Quella cella interiore non ci potrà essere rapita, perciò non importano le prove attraverso le quali passeremo: porto “in me” il mio unico Tesoro e tutto il resto è ciò che non è» (4).
E, ancora, ad una sua amica, alla fine di ottobre del 1906, pochi giorni prima di morire:
«Le lascio la mia fede nella presenza di Dio, del Dio tutto amore che abita nelle nostre anime. Glielo confido: questa intimità con lui “al di dentro” è stata il bel sole che ha irradiato la mia vita, facendone un cielo anticipato; è ciò che mi sostiene oggi nella sofferenza» (5).
L’importanza di quella spiegazione sarà poi confermata dall'autrice stessa, madre Maria di Gesù, nel 1907, dopo la morte di Elisabetta:
«Eccomi innanzitutto con la dolce visione della sua prima visita al Carmelo: era il giorno della sua prima Comunione; l’impressione che mi lasciò è indelebile. Le dissi che, secondo il significato del suo nome, era la piccola casa felice del buon Dio. Questo pensiero la colpì; gliela scrissi sul retro di un’immaginetta, senza dubitare che il mistero dell'inabitazione divina della Santa Trinità nella sua anima sarebbe divenuto la parola propria della vocazione di grazia e della sua vita interiore» (6).
La piccola via di Teresa.
È il 13 settembre 1896. Suor Teresa di Gesù Bambino del Volto Santo (al Carmelo di Lisieux da 8 anni) riceve questo biglietto da sua sorella, suor Maria del Sacro Cuore:«Mia cara sorellina, le scrivo non perché io abbia qualcosa da dirle, ma per avere qualcosa da lei, da lei che è vicina al Buon Dio, che è la Sua piccola sposa privilegiata cui confida tutti i Suoi segreti… Sono dolcissimi i segreti di Gesù a Teresa e vorrei ancora ascoltarli… Mi scriva qualcosa; forse questo è l’ultimo suo ritiro, perché il ‘grappolo dorato’ di Gesù deve fargli venire voglia di coglierlo…» (7).
Probabilmente, Teresa, risponde la sera stessa, con una lettera -che fa parte del Manoscritto B- in cui svela il fondamento biblico della sua piccola via di fiducia e di abbandono in Dio.
Spiega:
«Capisco così bene che non c’è che l’amore che possa renderci graditi al Buon Dio, che questo amore è l’unico bene che bramo. Gesù si compiace di mostrarmi l’unico cammino che porta a questa fornace Divina. Questo cammino è l’abbandono del bambino che si addormenta senza timore tra le braccia di suo Padre...» (8).
Poi, riporta alcuni brani trovati (verso l’autunno del 1894) nel quaderno dell'altra sorella Celina (suor Genoveffa di Santa Teresa) che l’hanno ispirata e confermata:
«Se qualcuno è molto piccolo venga a me» (Proverbi 9,4)
«Ai piccoli è concessa la misericordia» (Sapienza 6,6)
«Il Signore condurrà il suo gregge al pascolo, radunerà gli agnellini e se li stringerà al seno» (Isaia 40,11)
«Come una madre accarezza il figlio, così io vi consolerò, vi porterò in braccio e vi accarezzerò sulle mie ginocchia» (Isaia 66,13) (9).
Già nell'ottobre del 1891 Teresa era stata provvidenzialmente rassicurata da un confessore francescano, padre Alexis Prou, sulla bontà del cammino spirituale intrapreso, fondato sulla fiducia e sull'amore. Ma è chiaro che il ritrovamento, nel 1894, di quei passi biblici è da considerarsi decisivo per la testimonianza che Teresa, con la sua opera, darà, del volto misericordioso di Dio, al mondo intero. Infatti la stesura dei manoscritti è successiva a questa scoperta: il manoscritto A è del 1895, il manoscritto B del 1896 e il manoscritto C del 1897.
La libertà di Dio.
Le esperienze di Elisabetta e Teresa, fin qui narrate, sono per noi motivo di lode. Scorgiamo, in tutto il suo splendore, l’agire della Grazia di Dio. Eppure c’è un aspetto che rende questi eventi ancora più sconvolgenti. E precisamente il fatto che le svolte fondamentali, nella vita spirituale di queste due straordinarie sante, siano dipese da errori o da traduzioni del momento.Nel caso di Elisabetta l’autentico significato del suo nome è “il mio Dio è pienezza” e non "casa di Dio"(10) e in quello di Teresa, le successive versioni di quei brani si discostano da quella a sua disposizione:
«Chi è inesperto accorra qui!» (Proverbi 9,4)
«L’inferiore è meritevole di pietà» (Sapienza 6,6)
«Come un pastore egli fa pascolare il gregge e con il suo braccio lo raduna; porta gli agnellini sul seno e conduce pian piano le pecore madri» (Isaia 40,11)
«Come una madre consola un figlio così io vi consolerò; in Gerusalemme sarete consolati» (Isaia 66,13).
In definitiva l'insegnamento da cogliere ci sembra il seguente: Dio non si lascia legare le mani da niente e da nessuno, né dalla conoscenza né dagli specialisti, e scegliendo i piccoli come interlocutori prediletti (11), dimostra anche la stoltezza di ciò che il mondo ritiene invece sapiente (12).
(1) Cfr. Elisabetta della Trinità, Poesia nr. 47 “L’anniversario della mia prima Comunione”, in Opere complete, Edizioni Paoline, Cinisello Balsamo (Milano), 1993, p. 674
(2) Elisabetta della Trinità, Poesia nr. 47 “L’anniversario della mia prima Comunione”, in Opere complete, Edizioni Paoline, Cinisello Balsamo (Milano), 1993, p. 673-674
(3) Citazione in Roberto Fornara, Testimoni dai processi di beatificazione. Elisabetta della Trinità, Edizioni OCD, Roma (Morena) 2009, p. 90
(4) Elisabetta della Trinità, Lettera nr. 160, in Opere complete, Edizioni Paoline, Cinisello Balsamo (Milano), 1993, p. 322
(5) Elisabetta della Trinità, Lettera nr. 333, in Opere complete, Edizioni Paoline, Cinisello Balsamo (Milano), 1993, p. 562
(6) Citazione in Roberto Fornara, Testimoni dai processi di beatificazione. Elisabetta della Trinità, Edizioni OCD, Roma (Morena) 2009, p. 89
(7) Citazione nella nota alla Lettera nr. 196, in Teresa di Gesù Bambino del Volto Santo, Opere complete, Libreria Editrice Vaticana-Edizioni OCD, Roma 1997, p. 1327
(8) Teresa di Gesù Bambino del Volto Santo, MsB 1r°, in Opere complete, Libreria Editrice Vaticana-Edizioni OCD, Roma 1997, p. 218
(9) Brani biblici citati in Teresa di Gesù Bambino del Volto Santo, MsB 1r°, Opere complete, Libreria Editrice Vaticana-Edizioni OCD, Roma 1997, p. 218
(10) Marie-Michel, Sete d’infinito. Elisabetta della Trinità. La sua vita, la sua figura, traduzione dal francese di Lorenzo Bacchiarello, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo (Milano) 2008, p. 29
(11) Cfr. Vangelo di Matteo 11,25-27
(12) Cfr. Prima lettera ai Corinzi 1,17-31
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Foto di Santa Teresa di G.B.: Archivi del Carmelo di Lisieux
Foto di Santa Elisabetta della Trinità: Carmelitane Messaggere
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