Testo dell'audio:
La proprietà, che si acquista anzitutto mediante il lavoro, deve servire al lavoro. Ciò vale in modo particolare per il possesso dei mezzi di produzione; ma tale principio concerne anche i beni propri del mondo finanziario, tecnico, intellettuale, personale.
I mezzi di produzione « non possono essere posseduti contro il lavoro, non possono essere neppure posseduti per possedere ». Il loro possesso diventa illegittimo quando
I mezzi di produzione « non possono essere posseduti contro il lavoro, non possono essere neppure posseduti per possedere ». Il loro possesso diventa illegittimo quando
la proprietà « non viene valorizzata o serve ad impedire il lavoro di altri, per ottenere
un guadagno che non nasce dall'espansione globale del lavoro e della ricchezza sociale, ma piuttosto dalla loro compressione, dall'illecito sfruttamento, dalla speculazione
e dalla rottura della solidarietà nel mondo del lavoro »
(Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, 282)
“I beni, anche se legittimamente posseduti, mantengono sempre una destinazione universale; è immorale ogni forma di indebita accumulazione, perché in aperto contrasto con la destinazione universale assegnata da Dio Creatore a tutti i beni. La salvezza cristiana, infatti, è una liberazione integrale dell'uomo, liberazione dal bisogno, ma anche rispetto al possesso stesso: « L'attaccamento al denaro infatti è la radice di tutti i mali; per il suo sfrenato desiderio alcuni hanno deviato dalla fede» (1 Tm 6,10)...”.
(Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, 328)
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